Le occlusioni vascolari retiniche, siano esse venose o arteriose sono un evento molto traumatico per l’occhio, che porta a un importante abbassamento visivo immediato, a frequenti complicazioni tardive e a una bassa percentuale di recupero visivo.
Nella maggior parte dei casi, le occlusioni vascolari retiniche si presentano in persone tra i 60 e 70 anni, più spesso in presenza di diabete, iperlipidemia, ipertensione e disturbi cardiocircolatori. Tali malattie, nonostante la terapia, presentano alterazioni della parete vasale, fattori reologici alterati e turbolenza di flusso, che specialmente in corrispondenza di passaggi stretti o tortuosi causano un blocco (trombosi) del flusso sanguigno con conseguente ischemia (mancanza di ossigeno) della retina e morte di un numero più o meno grande di neuroni retinici. Nel caso di occlusione arteriosa, entrano in gioco emboli a partenza da placche occlusive, spasmi vascolari, aneurismi disseccanti e necrosi arteriolari da ipertensione.
LE COMPLICANZE CHE DETERMINANO IL DEFICIT VISIVO SONO:
– l’edema della macula e/o della testa del nervo ottico
– L’assenza di irrorazione
– Le emorragie precoci dovute allo stravaso di sangue a monte dell’occlusione,e le emorragie tardive dovute alla proliferazione di vasi sanguigni anomali, che si formano in seguito alla ischemia.
Ancora oggi non esiste un trattamento medico soddisfacente nelle occlusioni vascolari retiniche perché i farmaci antiaggreganti e anticoagulanti (eparina e dicumarolo) non hanno mostrato sicura efficacia né nella prevenzione, né utilità nella gestione delle complicanze e vanno pertanto prescritti solo nel caso che ci siano patologie di base che traggano vantaggio da tale terapia.
La terapia con iniezioni intravitreali a base di cortisone e/o anti VEGF in alcuni casi risolve l’edema maculare, ma nella maggior parte dei casi solo temporaneamente perché poi l’edema si riforma e si devono ripetere le iniezioni.
È considerato un successo la formazione di una cicatrice che arresta l’avanzata della malattia, ma lascia una lesione permanente.
Anche il laser trattamento delle aree ischemiche che si formano a distanza di tempo dall’evento acuto, previene danni maggiori, ma lascia zone retiniche irrimediabilmente lesionate e non vedenti.
Quindi per ora la terapia delle occlusioni vascolari è tesa a limitare l’evento acuto e i danni futuri.
Ma si può fare di meglio. Nella mia esperienza, in tutti i casi di occlusioni vascolari, l’affiancamento di un trattamento dell’agopuntura BOEL alle terapie tradizionali, permette un recupero visivo migliore e in più breve tempo, inoltre una minore formazione di aree ischemiche da trattare con laser con conseguente risparmio di aree retiniche vedenti.
Dott.ssa Valeria Vannucci
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